Opportunità e rischi della Digital Transformation
Qual è il livello di avanzamento tecnologico delle aziende italiane e in quali ambiti si stanno muovendo per accelerare la propria Digital Transformation a integrazione della Industry 4.0? Per rispondere a questa e ad altre domande, Marsh e l’Università Cattolica del Sacro Cuore hanno realizzato nel corso del 2020 un progetto di ricerca congiunto che si inserisce in un solco più ampio sia per i trend di sistema sia per la stessa Marsh.
Del resto, dietro il termine Digital Transformation c’è un fenomeno che sta acquisendo sempre più peso negli ultimi anni. Non stiamo parlando infatti soltanto della nascita di vere e proprie realtà interamente digitali ma di un’integrazione sempre più rapida e completa delle diverse tecnologie in fabbrica. Una tendenza che proseguiva da tempo ma che è divenuta ormai inarrestabile, con un’ulteriore, importante accelerazione avvenuta durante i mesi dell’emergenza pandemica e che, dunque, continua a essere protagonista anche nel 2021.
Non va dimenticato, tuttavia, che la trasformazione digitale è un processo particolarmente disruptive, che investe tutta l’azienda e per questo presenta molte incognite. Ecco dunque che, come spesso accade, alle opportunità si accompagnano anche dei rischi. Per questo motivo Marsh Italia ha dato vita a un Osservatorio sulla Digital Transformation & Industry 4.0, nato proprio con l’obiettivo di approfondire in modo diffuso e puntuale l’analisi dei rischi emergenti relativi a questo trend e, di conseguenza, perfezionare prodotti e servizi, capitalizzando il know how maturato.
Un impegno che vede come primo risultato, appunto, l’analisi svolta in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore su più di cento aziende italiane. Un’analisi che si propone di dedicare la giusta attenzione a una realtà sempre più rilevante per il business, analizzando il livello di “evoluzione” tecnologica della Corporate Italia, il relativo profilo di rischio e la percezione di quest’ultimo da parte delle imprese.
I risultati? Tra le tecnologie implementate maggiormente citate dalle aziende spiccano cloud computing, sistemi integrati e Big Data; seguono poi Internet of Things, simulazioni e robot autonomi: una “classifica” confermata anche se si considerano le tecnologie in fase di implementazione. Tra le principali difficoltà nella loro diffusione troviamo i costi elevati, le difficoltà nella comprensione del loro potenziale da parte dei decisori e la resistenza della popolazione aziendale. Ma qual è poi il principale motivo che spinge le aziende a puntare su nuove tecnologie? La ricerca di vantaggi competitivi e di incrementi dell’efficienza produttiva.
Altro aspetto chiave affrontato dalla ricerca svolta in collaborazione con l’Università Cattolica è rappresentato dalle modalità di gestione del rischio in azienda, con la predominanza di un approccio di Risk Management costante. Ebbene, i rischi di carattere “non finanziario” che hanno generato maggiore preoccupazione sono stati i seguenti: rischio reputazionale, rischio di attacchi illeciti esterni e rischi connessi all’utilizzo e conservazione dei dati sensibili. Ciò anche se, in realtà, persiste una certa difficoltà da parte delle aziende nel comprendere a fondo i rischi derivanti dall’adozione di nuove tecnologie digitali, soprattutto per quanto riguarda la probabilità di accadimento, con una percezione che – aspetto da non sottovalutare – cambia a seconda dei diversi ruoli aziendali.
È anche grazie ad analisi come queste e alle proprie competenze in continua evoluzione in ambito Digital, che Marsh, attraverso il proprio Osservatorio, mette in campo approcci metodologici e tecnologie all’avanguardia nella quantificazione e analisi dei rischi della Digital Transformation, quali cyber, data privacy & ICT risks, supportati da modelli e processi avanzati di Automation e Artificial Intelligence/Machine Learning che valorizzano l’utilizzo dei dati a supporto delle analisi e decisioni sui rischi. Attraverso l’analisi stessa dei dati processati e la solida esperienza in Risk Management, l’Osservatorio promuove al contempo lo studio di soluzioni e prodotti assicurativi e consulenziali dedicati alle crescenti necessità di tutela delle aziende dai rischi tecnologici emergenti.
La trasformazione digitale, infatti, non sempre è accompagnata da una robusta analisi di rischio e, se effettuata, spesso non viene integrata nel framework di risk management. Invece, la capacità di analizzare i rischi derivanti dall’adozione ed esercizio delle nuove tecnologie e quantificare il cyber risk attraverso specifici modelli è fondamentale per proteggersi dallo stesso, per disegnare le strategie aziendali e per programmare gli investimenti di una società.
Una polizza cyber risk può così proteggere l’impresa sotto diversi punti di vista, ovviamente in base al contratto. Esso può prevedere un “pronto intervento” per fronteggiare l’emergenza legata a un attacco cyber, ma anche coprire dalla perdita dei ricavi o dall’incremento dei costi causati dall’interruzione dell’attività, per arrivare alla responsabilità civile.
Altro capitolo, infine, è quello legato a professionisti, microimprese e associazioni di categoria che, in generale, mostrano un atteggiamento un grande interesse nei confronti di strumenti e soluzioni a tutela del cyber risk. La divisione Affinity di Marsh, specializzata su questi temi, ha sviluppato con i principali mercati di riferimento soluzioni ad hoc, con un’offerta modulare dedicata al mondo dei professionisti. La propensione al rischio e il modello di gestione dello stesso adottati dal singolo cliente consentono di calibrare gli strumenti assicurativi in relazione alle sue reali esigenze. Il risultato finale? Una copertura base di cyber liability o un pacchetto decisamente più completo, comprensivo delle garanzie di assistenza e pronto intervento, della tutela in caso di danni da attacco cyber ed estorsione informatica.